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giovedì 29 ottobre 2009

Il Loro, il Nostro, il Vostro Spezia…

Sono passati quattro giorni dalla sconfitta con il Rodengo, ed è almeno da un paio che provo a dare il via ad uno scritto che parli del momento, che provi a spiegare dal mio punto di vista quello che loro, noi, voi state vivendo in questa travagliata settimana.

L’ho cominciato tante volte, ho sempre cancellato, perché certe cose faccio fatica a digerirle, certe esagerazioni mi fanno pensare a periodi storici diversi e distanti da noi, forse per spirito, o semplicemente in cui, magari in pochi, ma se facevi l’abbonamento te lo tenevi in tasca tutto l’anno e non lo strappavi a ottobre, ben sapendo che ben che vada, avresti lottato per la salvezza.

Erano anni in cui era difficile seguire lo Spezia che giocasse a Pontedera oppure a Civitavecchia, ma qualcuno ci andava, ci è sempre andato, io c’ero.

Quando ripenso a quei tempi, mi resta difficile pensare che quello spirito sia sopravvissuto sino ai giorni nostri intatto; eppure di Presidenti ne abbiamo visti passare tanti, i più disparati, intrallazzoni, bugiardi, delinquenti, millantatori e si potrebbe continuare la lista all’infinito.

Ma forse il punto è proprio questo, ormai la convinzione mi perseguita come fosse una maledizione, mi sono convinto che deve essere proprio destino: la nostra natura di sfigati mal si addice ai colpi di fortuna! Tanto che quando ci accade, stentiamo a crederci ed abbiamo un morboso desiderio di svelare quello che c’è dietro, quello che non ci hanno detto, perché non è possibile che capiti proprio a noi.
Non per niente nel corso degli anni, dei decenni, il motto “ne ghè venio andae” è echeggiato nei bar come in Curva Ferrovia, in Tribuna come dal barbiere, talmente radicato che il primo maggio del 2006 molti tifosi calpestando il prato dell’Euganeo si davano pizzicotti per tentare di svegliarsi.

Quel giorno tutti a pensare, che culo, quando meno te lo aspetti, ti capita; anche se, nel frattempo, avevamo già dimenticato che senza un’altra botta di fortuna, l’arrivo di Moratti a ripianare le follie di Zanoli, magari invece di essere a Padova, avremmo forse anticipato di qualche anno il derby con la Lavagnese.

Dopo cotanta fortuna, tornare alla sfiga è stato veloce e doloroso, ma intanto era cambiata la percezione della nostra realtà, con un colpo di spugna dalle nostre teste abbiamo rimosso il passato, è maturata la convinzione che la B doveva essere la nostra casa, il nostro habitat naturale, e ce lo avevano scippato.

A quel punto forse, mi vien da dire che sarebbe stato meglio, almeno per qualcuno, tornare ai “fasti” del passato, magari ripartendo da un Presidente farlocco che promettesse la luna, in cambio di notorietà e magari appalti.

L’ho fatta lunga, lo so, magari ho detto anche cose scontate, ma sto solo cercando di spiegarmi il perché di tanta insoddisfazione, al di là dei risultati stessi del campo.

Inevitabilmente la mente mi ritorna alla parola “passione” e mi chiedo se sia possibile che questa fondamentale essenza del nostro esser legati a questa squadra, a queste maglie, essenza spesso quasi viscerale, possa essere messa in discussione da un Presidente, da un amministratore o da un insieme di persone che sono comunque destinate a passare, mentre una maglia, la nostra maglia, continuerà ad esistere.

Resto convinto che si stia andando oltre, che si condensino le insoddisfazioni patite con Lo Spezia Siamo Noi, con il fallimento, con la serie D, verso un unico capro espiatorio, reo certamente di aver sottovalutato questo aspetto della tifoseria, reo probabilmente di molti errori, reo di una presunzione sconfinata, ma pur sempre uomo di fiducia della nostra fortuna attuale.

Io penso che la passione molti tifosi l’abbiano persa con le bugie di un Presidente che ha rovinato il sogno dentro il quale ci aveva portati, magari con le norme che stanno facendo diventare gli stadi salotti male arredati, la Sestrese o il Lottogiaveno, la Sarzanese ed i bambini con le bandierine, poi ci posso mettere anche dentro le scelte errate di questa dirigenza, ma solo all’ultimo posto.



Il patrimonio che abbiamo a disposizione, fatto magari di lontananza, di distacco, di indifferenza partecipe, ma reale, non farlocco, magari gestito a loro modo, magari gestito in maniera impopolare e con errori, ma portato avanti senza proclami altisonanti, ma promesse concrete e con un occhio al bilancio.

Sta a noi non superare il limite, forse violentando anche la passione, in attesa che quello che è stato promesso si faccia più concreto, magari aiutato dai risultati che, con queste premesse, non potranno che arrivare, per ridurre la frattura che esiste tra la tifoseria e questa società.

Chissà che nel frattempo qualcosa non cambi anche da parte loro, le vittorie si sa curano tanti mali e tante divisioni, il succo del gioco rimane pur sempre quello, difficile pensare che senza vittorie si conservi una passione, ma è altrettanto difficile che con le vittorie non si trovi il modo di convivere capendosi, con rispetto reciproco, sarebbe tanta roba.

2 commenti:

  1. enrico la penso esattamente come te complimenti per il pezzo ,lasciami dire pero che per tanta gente che scrive sui muri ci vorrebbe un presidente farlocco e 5 o 6 anni di eccelenza e serie D magari con un presidente che fa tanti proclami e promesse di serie B in poco tempo stile DI MA...O per capirci saluti alex

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  2. hai colto appieno il mio concetto?tu mi dicevi di moderare i toni?bè però il succo lo hai colto appieno..complimenti per l'articolo

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