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domenica 26 settembre 2010

Siamo seri, così il Picco non va e la squadra rischia di naufragare...

In una giornata nella quale l'inadeguatezza dalla tessera del tifoso è venuta a galla in tutta la sua evidenza, mi sarebbe piaciuto almeno raccontare di un Picco stile vecchi tempi.

I tempi delle schermaglie con le opposte tifoserie, quelli che rendevano movimentato il pomeriggio e creavano quel pathos particolare che ti faceva venir voglia di tornare sui gradoni del Picco il prima possibile.

Devo dire che speravo nell'orgoglio della mia gente, non tanto nei confronti dei tifosi del Como, improvvidamente sistemati in gradinata, quanto nei confronti di chi questa maglia la rappresenta in campo.


I primi minuti di gara mi hanno fatto tornare indietro di qualche anno, seppur impegnato a raccontare la partita ad una Radio Lariana, cori nei distinti, clima rovente, anche se la Curva stenta sempre a decollare.

Poi piano piano il Picco si è ovattato, complice anche la prestazione non convincente, d'accordo, ma il brutto è venuto dopo.

Al gol del Como, quasi a voler sfogare la rabbia contro il male che attanaglia lo Spezia, ecco i cori ai Reggiani e gli insulti a Varini, che in campo non c'era, ma ha il torto di aver costruito la squadra e mandato a casa D'Adderio.

La voce tenuta nella gola per buona parte della gara quindi, ha avuto libero sfogo per lanciare strali contro quella parte di squadra e di dirigenza che ha il torto di essere nata o transitata dalle parti di Reggio.

E c'è pure Pane tra questi, contestiamo anche lui alla prossima, non diamogli nemmeno il tempo di pensare a come risollevare lo Spezia, mi raccomando.

Il Picco, il mio Picco, non c'è più da un po' di tempo, già da molto prima che arrivasse la tessera del tifoso, con le spaccature in Curva, un ricambio generazionale che stenta a decollare nonostante gli anni della B e, non ultime, le pretese spasmodiche dell'era Volpi.

Così, siamo seri, non si va da nessuna parte, mettersi contro a chi cerca di lavorare, nel bene e nel male per dare inizio ad un ciclo importante, non fa bene a nessuno, soprattutto se il presupposto iniziale sul quale tutto si basa è la Reggianità dei personaggi in gioco.

Il dito alzato di Cesarini è figlio anche di questo, la spaccatura che si sta aprendo sul nostro Campionato è preoccupante e rischia di compromettere ogni rincorsa alle posizioni che competono ad una squadra con dei valori.

Che il cammino di Pane fosse in salita era prevedibile, ma se noi la facciamo diventare una montagna impercorribile, facciamo il bene di chi? dello Spezia? siamo proprio sicuri?

Al di là degli aspetti tecnico - tattici che questa partita ha evidenziato, era difficile pensare ad un Pane già in grado di rivoltare il tutto come un calzino e rendere un gruppo di singoli, già una squadra rodata e consapevole dei propri mezzi.

Qualche mossa l'ex empolese l'ha indovinata, altre no, ma non riconoscergli il tempo necessario per lavorare è da masochisti.

Lo ripeto chiaro, il clima che si sta creando intorno alla nostra squadra è pericoloso, come lo è quella parte della tifoseria che con una buona dose di presunzione, contesta a prescindere e non da oggi.

La cosa grave è che sono cambiati con il passare del tempo gli obiettivi, ma non la voglia di trovare sempre dei colpevoli, da Jacopetti a Varini, da Grieco a Corradino, tanto che mi vien da pensare che chiunque occuperà in futuro i posti di comando della società, sarà sempre e comunque bersaglio.

Sia chiaro, tutti sono in discussione, se i risultati non verranno, a fine anno è giusto e sacrosanto che il Presidente tiri le somme nel modo più appropriato, ma al momento attuale il concetto è un altro, continuando così ne va del futuro immediato della squadra.

Saranno i soldi di Volpi a provocare tutto questo?

Non so, ma prima che sia troppo tardi credo che sia giusto pensare ad un passo indietro, ad una tregua, necessaria a Pane per raccogliere le idee, a Varini per preparare correttivi, perché solo chi lavora sbaglia, nello sport come nella vita di tutti i giorni.
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